L’autismo nel corso degli anni è diventata una realtà con la quale molte famiglie sono costrette a fare i conti, ma quali sono i 10 punti ai quali prestare attenzione prima di richiedere aiuto ai medici e riconoscerlo prima della diagnosi?
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel corso degli ultimi 20 anni, circa, sono aumentate considerevolmente le diagnosi di autismo con stadi e problematiche diverse, a seconda del paziente di riferimento, ma che comportano quasi tutte verso una direzione: l’isolamento e la difficoltà di inclusione con gli altri e con il mondo.
Per capire se, davvero, nostro figlio mostri davvero i primi sintomi dell’autismo, sono 10 i segnali che non dobbiamo sottovalutare. Ecco di cosa si tratta.
Autismo, come riconoscerlo
L’autismo è ormai una realtà con le quali numerose famiglie hanno dovuto imparare a fare i conti con una realtà sulla quale sono stati fatti numerosi passi avanti in campo scientifico, con cure da seguire e non solo. Ricordiamo, inoltre, che l’autismo è quello che scientificamente e in campo medico viene denominato come “disturbo dello spettro autistico“, che si snoda in un disturbo del neutro-sviluppo e che coinvolge, appunto, linguaggio insieme alla comunicazione per sé stesso e con gli altri, interessi ristretti e comportamenti ripetitivi.
I primo sintomo dell’autismo, dunque, solitamente si manifestano già dopo il primo anno di vita quando viene meno il linguaggio con gli altri, soprattutto i genitori che sono le due persone con il quale il bambino si confronta quotidianamente. Venendo meno questa parte della comunicazione, il bambino in questione trova il modo di fare capire necessità proprie con i gesti, ad esempio. Inoltre, secondo punto in queso calderone, riguarda la mancata reazione a molti suoni, come se non destassero il suo interesse e non solo dato che questo va poi collegato al terzo punto in esame: ovvero la mancata “imitazione” degli altri e dei suoi che gli permetterebbero di migliorare il linguaggio e a sua volta la comunicazione.
I punti che aiutano a identificare l’autismo
In precedenza, dunque, abbiamo elencato i primi tre punti in agenda che permettono di individuare i campanelli dall’allarme dell’autismo che vi elencheremo di seguito:
- non risponde con attenzione al suo nome, come se non si riconoscesse in questo o come se non capitasse nella maggior parte dei casi;
- non interagisce ai giochi, preferendo i solarsi non trovando negli altri uno stimolo. Anzi, mette in atto gli stessi comportamenti in modo ripetitivo ed eccessivo;
- il modo in cui parla non è come ti aspettavi o, in alcuni casi, il bambino non arriva allo step della parole, e giunto a due anni di età non comunica con gli altri, nemmeno con i genitori o i fratelli/sorelle. Inoltre non mette insieme le parole in modo da allestire un discorso;
- non ride all’unisono con gli altri, non diventando parte della “conversazione”.
Qualora uno o più di questi sintomi si presentino insieme, il consiglio è quello di confrontarsi con un medico professionista ed approfondire il caso, in modo tale da avviare un percorso dedicato all’autismo e a coloro ai quali è stato diagnosticato.