Un nuovo rivoluzionario farmaco può diventare una nuova frontiera per la cura delle malattie cardiovascolari, in particolare l’infarto.
Moltissime persone ogni giorno muoiono a causa di malattie cardiovascolari. Tra queste, l‘infarto è una delle più diffuse. Si tratta di una delle principali cause di morte al mondo. Per infarto, si intende la morte o necrosi di un tessuto o di un organo che non ricevono un adeguato apporto di sangue e ossigeno dalla circolazione arteriosa a loro dedicata. La sua insorgenza richiede immediato intervento medico. In molti casi, la sua gravità è tale da rendere impossibile salvare il paziente.
Un nuovo farmaco, però, potrebbe presto cambiare le carte in tavola. Il Centro Cardiologico Monzino infatti ha avviato lo studio multicentrico internazionale Victorion-2P, che potrebbe presto cambiare le carte in tavola.
A tre pazienti verrà somministrato il farmaco Inclisiran, secondo molti un futuro vaccino contro l’infarto. Questo farmaco viene somministrato due volte l’anno. Lo studio prenderà in considerazione le situazioni di oltre diecimila pazienti nel mondo. Il test dovrebbe dimostrare come il farmaco sia in grado di abbassare il rischio di eventi cardiovascolari gravi, come infarto e ictus. Agirebbe infatti dimezzando i livello di colesterolo “cattivo” LDL-C, tra le principali cause delle malattie cardiovascolari. Abbassandone il livello, si ha una minore incidenza di questo tipo di malattia e una minore letalità degli episodi.
Con questo studio si spera di riuscire a tutelare soprattutto i soggetti più a rischio, come per esempio chi ha già sofferto di una malattia cardiovascolare. E’ infatti difficile abbassare i livelli di colesterolo a tal punto da evitare recidive, e proprio per questo il farmaco, che ha già dimostrato di potere diminuire sino al 50% i valori di colesterolo negativo, può essere davvero fondamentale. Questo farmaco viene somministrato per iniezione sottocutanea, è ben tollerato e non ha effetti collaterali particolari.
Questo studio, che prevede la somministrazione due volte l’anno con un follow-up variabile tra 3-6 anni, può davvero aprire le porte ad una prevenzione sempre maggiore delle malattie cardiovascolari e alla diminuzione della mortalità ancora oggi molto elevata che queste portano.
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