Dopo un infarto non bisogna commettere l’errore di credersi invalidi: vivere meglio è possibile, ecco cosa c’è da sapere.
L’infarto può essere un evento davvero sconvolgente che può arrivare a cambiare in maniera importante la vita di chi ne viene colpito. E’ anche vero però che vivere meglio dopo averlo avuto è possibile mentre in tanti pensano che si resta invalidi a vita.
Alla luce di ciò può essere utile sapere cos’è l’infarto e in particolar modo se si può riprendere a condurre la vita di prima o ci sono delle controindicazioni.
Infarto: dopo si può vivere una vita normale?
L’infarto è provocato da una riduzione o da un blocco totale dell’afflusso di sangue al cuore a causa di un’occlusione dei vasi: le fibre muscolari finiscono per danneggiarsi in maniera irreversibile e morire. Non a caso in presenza di un infarto in un secondo muoiono intorno alle 500 cellule cardiache.
In genere, la sua comparsa è accompagnata da una forte sensazione di oppressione e dolore al petto. Talvolta questi sintomi possono irradiarsi anche al collo, alle spalle e alle braccia. Il fiato corto inoltre può essere uno dei fastidi che una persona che sta per essere colpita da infarto può avvertire. Ciò detto, dopo tale fenomeno è possibile riprendere a vivere una vita normale. A tal proposito, molte persone si domandano se è possibile tornare a guidare. Al riguardo va detto che sono da evitare le lunghe percorrenze almeno dopo poche settimane dall’evento. Un alto consiglio è quello di evitare di farlo nelle ore più calde e trafficate.
Oltre a ciò, anche l’attività lavorativa può riprendere tuttavia ciò dipende soprattutto dalla tipologia di attività lavorativa che si svolgeva prima. Nel caso si tratti di un lavoro che non richiede particolari sforzi fisici o stress il consiglio è quello comunque di ritagliarsi dei momenti di riposo.
Per gli appassionati di montagna, va detto che è possibile ritornare a dedicarsi ad essa purchè non siano superati i 1500 metri di altitudine. In caso contrario, infatti, l’aria tende ad essere più rarefatta e provocare la cosiddetta fame d’aria. Infine, anche i viaggi possono essere affrontati a patto che non sia lungo e che implichi la possibilità di usufruire di tutte le comodità quali possono essere poltrone, aria climatizzata e così via.