Il tema pensioni resta sempre caldo. Ecco quando potresti ricevere la pensione se sei nato tra il 1965 e il 1980.
Uno dei temi caldi del nostro paese continua a essere quello relativo alle pensioni. C’è sempre più preoccupazione, soprattutto tra i più giovani, sul futuro e sulla sempre maggiore precarietà del sistema pensionistico italiano. Con l’arrivo del nuovo governo, questo tema è tornato ad essere particolarmente caldo.
Anche perché è arrivato un rapporto dell’INPS, presentato dal presidente Pasquale Tridico, che ha illustrato anche quelle che sono le prospettive future sul tema e l’andamento sul fronte pensioni.
Secondo quanto si legge sul report, il capitale accumulato dal lavoratore nel corso dei lunghi anni di lavoro sta via via diminuendo. Questo perché il montante contributivo è influenzato dall’instabilità che oggi molte persone sperimentano sul lavoro.
Secondo i dati raccolti dall’INPS, che ha preso in considerazioni esponenti della generazione X (quelli nati tra il 1965 e il 1980), chi è nato nel 1980 lavorerà tre anni in più di quelli del 1965 per riuscire a percepire la stessa pensione. La differenza, poi, si accentua ancora di più se si prende in considerazione un uomo nato nel 1965 e una donna nata nel 1980. La seconda dovrà lavorare 5 anni e 8 mesi in più per avere lo stesso stipendio.
Uno dei modi per far si che queste differenze si assottiglino è introdurre il salario minimo. In questo caso, arrivando a 65 anni di età e avendo un’attività lavorativa di trent’anni, con una contribuzione relativa a 9 euro l’ora, si percepirebbe una pensione di 750 euro l’ora. Si tratterebbe dunque di un trattamento migliore di quello che viene fatto sino ad ora.
Resterebbe comunque il problema del calo demografico, il più grande ostacolo al nostro sistema pensionistico. Essendo l’Italia un paese con un’età demografica elevata, in proiezione con le tendenze attuali nel 2029 l’istituto avrebbe nel 2029 un patrimonio netto negativo per 92 miliardi.
Per questo il dibattito continua ad essere bollente. Nuove soluzioni stanno venendo discusse. Presto potrebbero arrivare al posto dell’attuale quota 102.
Una valida proposta potrebbe essere quella presentata dall’INPS, e prevede l’anticipo a partire dai 63 anni della sola quota contributiva della pensione ed ha un costo stimato di circa 2,5 miliardi al 2030. Nei prossimi mesi il discorso continuerà ad essere centrale nel dibattito pubblico.
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