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Se un tuo parente emette fattura può essere contestata dalle agenzia delle entrate

La fattura emessa da parenti e amici può essere contestata all’Agenzia dell’Estate. ecco cosa devi fare per evitarlo. 

I controlli sui movimenti di denaro da parte dello stato sono sempre più stringenti. Lo stato sta cercando sempre di più di riuscire a contrastare l’evasione fiscale, per questo i controlli sono sempre più attenti ed è sempre più importante evitare errori e avere tutti i documenti a posto.

In particolare, per i liberi professionisti è importante far si che le fatture siano sempre a regola. Lo stato sta particolarmente attento soprattutto in caso in cui ad emettere la fatture sia un parente. Ecco come devi fare per non sbagliate.

Fatture emesse da parente, ecco cosa fare perché non venga contestata

Le norme sul reddito d’impresa sono disciplinate dall’articolo 109 del TUIR. Per essere deducibili dal reddito d’impresa devono rispondere ai requisiti di inerenza, certezza e determinabilità.

La corte costituzionale, in relazione alle fatture emesse da parenti e amici che documentano i costi dedotti fanno alcune precisazioni.

La prima precisazione è che il contribuente si faccia carico della prova del diritto alla deduzioni dei costi. Questo può anche essere provata tramite una fattura, ma questa può essere contestata dall’Agenzia dell’estate. A questo punto starà al giudice esprimersi sulla situazione dopo avere analizzato tutto quanto.  Come detto, i requisiti di certezza e determinabilità sono imprescindibili.

Nel caso portato sotto l’attenzione della Corte i costi erano stati documentati fiscalmente solo con documenti, senza ulteriore prova documentale che provasse l’esistenza e l’effettività delle prestazioni che il contribuente intendeva dedurre. In questo caso la Corte di Cassazione ha smentito l’effettività delle prestazioni, e quindi la loro deducibilità dal reddito d’impresa, sulla base di

un elemento soggettivo: l’esistenza di rapporti di parentela o di amicizia tra le parti;
un elemento oggettivo: l’assenza di documentazione analitica a supporto.
L’unione di questi elementi è sufficiente “a far esprimere una valutazione negativa della documentazione esibita dal contribuente”.

In caso il contribuente non riesca a fornire la giusta documentazione che provi la certezza, l’inerenza e la determinabilità di tali costi l’Agenzia dell’Entrate potrà contestarle e disconoscerle. Chi vorrà portare in deduzione dal reddito d’impresa costi certificati da parenti o amici dovrà quindi conservare tutta documentazione sufficiente a dimostrarne l’esistenza e l’inerenza, insieme alle modalità analitiche di determinazione.

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