Pensioni in arrivo, una pioggia di soldi, chi saranno i primi fortunati a poter godere di un aumento delle pensioni e respirare un po’ di ossigeno in più?
Da tempo si attenda una rivisitazione dello stato pensionistico italiano e ad oggi pare ci sarà una slittata in avanti per quanto riguarda un aumento delle pensioni minime. A dichiarare questo meccanismo che entrerà in funzione a breve, è stata proprio la premier Giorgia Meloni, che pare stia mantenendo le promesse fatte nella campagna elettorale. Una maxi rivalutazione delle pensioni degli italiani da gennaio 2023 con una percentuale di aumento che andrà intorno al 7%. Ma andiamo a scoprire nello specifico chi potrà beneficiare di questo aumento.
Da gennaio 2023 il governo Meloni ha approvato una rivalutazione del sistema pensionistico adeguando le pensioni al costo della vita decisamente in rialzo a causa del conflitto Russia Ucraina ancora in essere ed all’innalzamento dei prezzi dei beni di prima necessità. La maxi rivalutazione porterà sui conti correnti, o assegni dei pensionati italiani un aumento del 7,3%, una boccata di ossigeno su bilanci familiari al collasso.
Pensioni in arrivo
Questa rivalutazione dovrebbe consentire, almeno in parte, la capacità di spese dei pensionati a partire dalle minime, che con l’adeguamento arriveranno a 563,73 euro dal 1° gennaio 2023, e dagli assegni sociali che passeranno dai 460,28 euro attuali a 493,88 euro da inizio anno prossimo. Come la premier ha dichiarato: “Rivaluteremo tutte le pensioni secondo l’indicizzazione ma con una percentuale diversa”, spiega la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa, abbiamo deciso di aiutare le minime che saranno rivalutate del 120%. Tutte le pensioni fino a 2mila euro saranno rivalutate del 100%” mentre “mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35%”. In relazione alla manovra di bilancio, invece, la premier ha ricordato come intervenga in materia anche “sullo scalone pensionistico che sarebbe scattato dal 1 gennaio, senza un intervento dal 1 gennaio sarebbe scattata la pensione a 67 anni”. Si potrà andare in pensione “a 62 anni con 41 di contributi, ma con dei paletti di buon senso. Chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti non potrà prendere una pensione superiore a 5 volte la minima, quindi tra i 62 e i 67 anni, fino a maturazione dei requisiti”.
Su tutte le pensioni, quindi garantendo un adeguamento pieno (100%) alla rivalutazione di tutte i trattamenti i cui importi siano, appunto, sino a 4 volte al minimo Inps (circa 2.100 euro al mese) mentre l’adeguamento scende al 90% per i trattamenti che prevedono importi tra 4 e 5 volte l’assegno minimo per finire con un adeguamento al 75% per le pensioni superiori di 5 volte il minimo.