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Termosifoni ancora spenti per diversi giorni, quando avremo le nostre case calde

Molte persone si stanno chiedendo quand’è che si potranno accendere i termosifoni che di fatto ad oggi sono ancora spenti. Ecco quando si potranno avere finalmente case calde.

La crisi dell’energia ha spinto il governo a mettere a punto un piano di emergenza particolarmente severo che ha determinato un cambiamento di quelle che sono le regole di utilizzo dei termosifoni. In molti si chiedono, difatti, quando ancora resteranno spenti.

Manca ancora poco al momento in cui si potranno accendere i riscaldamenti e riscaldare le case per fronteggiare l’avvento dei primi freddi.

Termosifoni: le date di accensione

I primi freddi cominciano a farsi sentire e per questo molti italiani si domandano quando ancora si dovrà aspettare per poter accendere il riscaldamento. A tal proposito va detto che in alcune zone sono già stati accesi.

L’Italia infatti è divisa in diverse zone che vanno dalla A alla F. In quest’ultima non sono previste limitazioni dal momento che si tratta di località dove il freddo comincia a farsi sentire prima ed è anche piuttosto rigido. Nelle zone E e D invece l’accensione dei termosifoni è partita rispettivamente dall’8 novembre e dal 22 Ottobre. Lo spegnimento sarà previsto il 7 aprile. Per quanto riguarda la zona C invece l’accensione dei riscaldamenti avverrà dal 22 novembre in poi fino al al 23 marzo, mentre nelle zone B e A si si partirà dall’8 dicembre. Nel primo caso, lo spegnimento è fissato al 23 marzo, nel secondo il 7 marzo.

In poche parole, la nuova normativa prevede una serie di restrizioni che sfociano anche nella riduzione di un’ora sulla durata giornaliera e sulla temperatura massima da impostare. Al riguardo va detto che si passa dai 20 ai 19 gradi.  Va precisato che le restrizioni in esame non riguardano tutte le strutture. Sono escluse infatti case di cura, ospedali, RSA, piscine, scuole materne e asili nido. Senza contare poi che i Comuni potranno mettere in atto delle deroghe in caso di situazioni climatiche particolarmente avverse. Alla luce di quanto detto, la decisione del governo nasce con l’intento non solo di ridurre le emissioni da parte degli impianti termici che non fanno altro che inquinare l’ambiente ma anche per limitare la spesa sulle bollette che difatti sono già particolarmente elevate.

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