La crisi energetica ha condotto ad una serie di conseguenze molto pesanti sulle famiglie. Tra le tante, c’è un aumento dei tassi relativi ai mutui.
L’attuale situazione legata all’emergenza energetica sta vendo ripercussioni anche sulle rate dei mutui che difatti sono in continuo aumento. Le famiglie italiane che hanno stipulato un mutuo stanno andando incontro ad ulteriori difficoltà.
In poche parole, quella in atto è una situazione davvero complessa e per questo in molti si chiedono cosa succederà a breve.
Mutui a tasso fisso o variabile: quale conviene di più
La Banca Centrale Europea è intervenuta con un nuovo aumento dei tassi che ha condotto ad una risalita di 50 punti base. Chiaramente, le ricadute sulle dei mutui variabili sono inevitabili e potrebbero condurre ad un incremento delle rate mensili di oltre 30 euro, per un totale di quasi 180 euro rispetto all’anno scorso.
Chiaramente, va precisato che la portata dei dati varierà in base ad una serie di fattori: bisogna infatti considerare l’importo residuo del finanziamento e dunque le rate restanti. In ogni caso, coloro che hanno un mutuo a tasso variabile è bene che stabiliscano una cifra massima dopo la quale la rata non sarebbe più sostenibile e si rivolgano alla banca così da identificare la che meglio si adatta alle proprie esigenze.
Nel caso in cui la Bce dovesse continuare con gli aumenti dei tassi graduali, si assisterà necessariamente ad una risalita dell’Euribor e questo avrà conseguenza davvero nefaste sui mutui a tasso variabile. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, è intervenuto affermando che il fenomeno dei mutui più cari, sommato all’inflazione alle stelle e al caro energia, potrà gettare le famiglie italiane in una situazione di ulteriore difficoltà.
Ad ogni modo, gli aumenti a cui si sta assistendo relativamente ai tassi variabili sono connessi alle decisione della Banca Centrale che a sua volta sta intervenendo aumentando i tassi dei mutui. L’obiettivo, infatti, è quello di frenare l’inflazione che oramai ha raggiunto cifre da capogiro, intorno al 12 per cento. Questo fenomeno va a ripercuotersi soprattutto sui tassi variabili e in particolare sull’Euribor con tutte le conseguenze del caso sugli italiani.