Pensioni e prestazioni cambia tutto nel 2023, vediamo il nuovo anno cosa riserva in termini di prestazioni e del sistema pensionistico italiano.
Il Governo Meloni ha apportato delle modifiche nella Manovra 2023, prima del 31 dicembre. Le modifiche che sono state inserite nell’emendamento, riguardano le pensioni e le prestazioni, un momento storico importante per l’Italia e per il sistema pensionistico. Cambia la norma che rivede per il 2023 e il 2024 la rivalutazione automatica delle pensioni difatti viene portata dall’80 all’85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo e l’importo passa da 153 a circa 162 euro.
Nella manovra è stato anche confermato l’adeguamento pieno del 100% all’inflazione per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili, che beneficeranno di un aumento di 153 euro al mese sempre al lordo. “Siamo avanti a tutti gli altri”, lo ha asserito il Ministro Tremonti,
all’Economia, una volta giunti al termine dell’Ecofin.
Pensioni e prestazioni cambia tutto nel 2023
Per le pensioni più alte, gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione della percentuale dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo; dal 50% al 47% per quelle tra 6 e 8 volte il minimo; dal 40% al 37% per le pensioni da 8 a 10 volte il minimo; dal 35% al 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo (quelli, cioè, oltre 5.000 euro). nei vari cambiamenti, troviamo anche il sistema di distribuzione degli assegni pensionistici, che dal prossimo 1 gennaio prenderà il posto del meccanismo attuale basato su tre fasce e non più sulla sola fascia di reddito.
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L’attuale schema prevede: 100% per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (525,38 euro al mese); 90% per i trattamenti superiori a 4 volte e fino a 5 volte il minimo; 75% sulle fasce di importo superiori a 5 volte il minimo. Per il 2023, un decreto del ministero dell’Economia aveva fissato la quota di indicizzazione piena degli assegni al caro vita al 7,3%. Importante è il rafforzamento delle minime per gli over 75, nel 2023. Questi trattamenti beneficeranno di una rivalutazione aggiuntiva del 6,4%, invece del previsto 1,5%, oltre all’indicizzazione del 7,3%. Il risultato è che l’importo mensile della pensione sale fino a 597,3 euro mensili.
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