Il covid-19 continua ad essere un problema da tenere costantemente sotto controllo con una lente d’ingrandimento, soprattutto adesso che addestrare molti sospetti torniamo alla variante Kraken.
Come abbiamo avuto un modo di spiegare in diverse occasioni, le problematiche legate al covid non sono ancora terminate e ne sotto variante si sono rivelate essere un problema insidioso è quasi del tutto difficile da debellare, ma come dimostrato dal fatto che queste sono costantemente in espansione.
Infatti, nel mirino dell’attenzione dei media e anche sotto osservazione dagli scienziati di tutto il mondo troviamo la diffusione di una nuova sotto variante di Omicrion che sta davvero mettendo in seria difficoltà gli enti ospedalieri, a seguito del numero dei contagi che si stanno diffondendo in lungo e in largo per l’Italia e non solo.
Ebbene sì, abbiamo avuto modo di spiegare anche in occasione della pubblicazione di altri articoli, le problematiche legate al covid continuano ad essere di gran lunga preoccupanti e a quanto pare difficili da eliminare definitivamente, così come dimostrato dal modo in cui il sistema sanitario continua ad essere messo davvero a dura prova e non solo. Dato che gli scienziati di tutto il mondo continuano a lavorare assiduamente concentrati e focalizzati sull’obiettivo.
Infatti, recentemente è stato anche scoperta una nuova sottovariante di Covid Omicron, ovvero la Kraken, che si è rivelata essere davvero insidiosa sia per sintomi che per durata della malattia.
Il nome della sotto variante di Omicron deriva dall’epidemiologa senior dell’Oms, che l’ha rinominata Xbb.1.5. La facilità della trasmissione è derivante dal modo in cui questa, attraverso la sua mutazione, riesca ad aggrapparsi meglio alle cellule della persona che, poi, verrà di conseguenza contagiata.
In un nuovo reportage pubblicato da Il Sole 24 Ore è possibile leggere le seguenti spiegazione circa, appunto, la variante Kraken del gossip: “Si diffonde rapidamente a causa delle sue mutazioni che permettono di aderire alle cellule e di replicarsi facilmente. Secondo i dati dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), Xbb e Xbb.1.5 hanno rappresentato il 44,1% dei casi di Covid negli Usa durante la settimana del 31 dicembre, rispetto al 25,9% della settimana precedente. La mutazione è stata rilevata anche in altri 28 Paesi del mondo”.
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