L’attenzione dei media torna ad essere concentrata sul rincaro dell’app benzina, ma quali sono le sedi alternative che sta sbagliando il governo per aiutare gli italiani a fronteggiare i continui rincari che si sono verificati nel 2022 che potrebbero ripetersi anche nel 2023?
Dopo la pubblicazione della Legge di Bilancio gli italiani si aspettavano un capitolo molto più ampio dedicato alla questione dei rincari della benzina che nel 2022 è seriamente messo in difficoltà gli italiani.
Infatti, in relazione alla problematica riguardante il rincaro della benzina il governo si è espresso ma non come la popolazione si aspettava, sperando in un’azione più incisiva di quella che in realtà c’è stata e delle manovre che potessero abbassare considerevolmente i costi della benzina.
Rincaro benzina, cosa succederà nel 2023
Nel mirino dell’attenzione della cronaca Italia, dunque, troviamo i lavori che sono stati effettuati non sarebbe stato riservato un capito al rincaro benzina, deludendo così le aspettative.
In queste ore la stessa Giorgia Meloni ha rilasciato delle dichiarazioni ufficiali affermando come in campagna elettorale non avesse fatto false promesse riguardanti appunto la diminuzione dei costi di benzina, rilasciando la seguente dichiarazione: “Sapevo qual era la situazione di fronte alla quale mi sarei trovata dopodiché, sono fortemente speranzosa della possibilità che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale però, non temporaneo, delle accise. Questo necessita di una situazione diversa quella che stiamo affrontando e soprattutto necessità di rimettere in moto la crescita economica di questa nazione”.
Le manovre del governo sulla benzina
Recentemente, dunque, si è fatto riferimento alla possibilità da parte del governo di agire sull’iva che è stata stanziata per i costi della benzina che attualmente è fissata al 22%, sia per quanto riguarda il gasolio e il GPL mentre quella relativa al metano già fissata al 5%. Un intervento che richiederebbe un accordo con l’unione europea trattandosi di un costo a bilancio pubblico particolarmente elevato.
Un secondo intervento al vaglio del governo riguarda l’accisa mobile, manovra secondo la quale lo sconto sul carburante verrebbe determinato in automatico dal prezzo del petrolio e quindi variabile di volta in volta. Infine, al vaglio del governo troviamo anche l’ipotesi del bonus carburante, nonché un intervento incisivo che metta il governo nelle condizioni di poter ideare strutturare un incentivo economico determinato a garantire una scontistica sul costo del carburante per alcune settimane o mesi.