Cosa prevede la nuova manovra 2023 in merito allo stralcio delle cartelle esattoriali? Ecco cosa c’è da sapere.
La Legge di Bilancio 2023 realizzata dal Governo guidato da Giorgia Meloni prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali fino ad una cifra massima di mille euro a patto che siano riferite al periodo compreso dal 2000 al 2015.
Alla luce di quanto detto, di seguito andremo ad approfondire l’importante questione relativa al dietrofront dell’esecutivo in merito alla cancellazione delle cartelle.
Stralcio cartelle esattoriali: cosa è previsto
Nel caso delle imposte generali, nella cui categoria rientrano l’Iva e l’Irpef, si assisterà ad uno stralcio automatico. Ciò non vale invece per i debiti di natura amministrativa che riguardano ad esempio il mancato pagamento dell’Imu e della Tari. In questo caso, infatti, spetterà a ciascun comune la decisione di aderire o meno allo stralcio. La predetta decisione peraltro dovrà essere comunicata entro il 31 gennaio 2023 al Ministero dell’Economia.
In merito alla questione è intervenuto Alessandro Canelli dell’Ifel, Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, che ha spiegato che la manovra prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali sotto i mille euro solamente ai comuni che si affidano all’Agenzia delle Entrate per la Riscossione. Gli altri sono tenuti ad affidarsi a società esterne e dunque sono tagliati fuori. Di conseguenza, il Sindaco di Novara ha voluto lanciare un appello affinché il Governo riveda la norma e i cittadini vengano messi sullo stesso piano e non subiscano disparità di trattamento. Va detto che in un primo momento lo stralcio comprendeva anche le multe dovute ad infrazioni stradali fino ad un massimo di mille euro, ma poi il Governo ha fatto dietrofront decidendo di delegare ai Comuni la decisione di cancellare o meno le cartelle esattoriali.
Ad ogni modo, mentre molti sindaci d’Italia chiedono di essere messi nella condizione di poter aderire allo stralcio, va detto anche che quella in esame è una decisione a dir poco delicata. Le multe e le tasse dovute dai cittadini ai Comuni infatti rientrano nel bilancio. Questo significa che qualora si decidesse di rinunciare alla riscossione di quanto dovuto dai cittadini, la perdita per le casse delle amministrazioni comunali sarebbe piuttosto consistente. A tal proposito, il Sindaco di Bari Antonio Decaro è intervenuto esprimendo forte preoccupazione relativamente alla possibilità di rinunciare a fondi che per le casse delle amministrazioni locali già gravemente in rosso rappresentano una grave perdita.
Ciò detto, non resta che attendere nuovi e ulteriori sviluppi in merito alla questione per capire se il Governo accoglierà le istanze avanzate dai sindaci italiani.