Ci sono delle novità in merito allo smart working introdotte dal nuovo esecutivo: scopriamo insieme se si torna alle regole da covid.
Quando si parla di smart working si fa riferimento ad una modalità di lavoro che consente di prestare la propria attività essendo svincolati da orari e luoghi stabiliti, sulla base di una accordo instaurato tra datore di lavoro e dipendente.
In molti si stanno chiedendo quali sono le nuove regole introdotte dal Governo guidato da Giorgia Meloni in merito al lavoro agile.
Smart working, la decisione del governo
Lo smart working è una misura che si è rivelata mai come durante la pandemia estremamente utile per gestire le attività lavorative ed evitare il collasso dell’intero sistema. In particolare, si è rivelato fondamentale da un lato per evitare la diffusione dei contagi e dall’altro per consentire di conciliare la sfera privata con quella lavorativa, diminuendo peraltro il costo sociale. Nonostante il covid sembra oramai alle spalle, il governo ha deciso di impiegare questo strumento in maniera preventiva in particolar modo in virtù di ciò che sta accadendo in Cina dove si sta registrando un aumento dei contagi davvero allarmante.
In particolare, per alcune categorie di lavoratori si è proceduto alla riconferma dello smart working fino al 31 marzo del 2023. Tra i beneficiari della misura ci sono i lavoratori per i quali è prevista l’opzione di lavorare da casa e quelli considerati fragili. Sono invece esclusi i genitori dei figli di 14 anni e per gli altri sarà necessario che l’accordo individuale con l’azienda o comunque con il datore di lavoro preveda la possibilità di usufruire dell’agevolazione Smart working 2023.
A tal proposito, all’interno del provvedimento introdotto dal nuovo esecutivo viene stabilito che il datore di lavoro debba assicurare la possibilità di beneficiare della modalità agile anche attraverso l’attribuzione di una mansione diversa al lavoratore purchè rientrante nella stessa area di inquadramento. Chiaramente, ciò deve avvenire senza alcuna riduzione della retribuzione.
In poche parole, a carico dei datori di lavoro vige l’obbligo di consentire ai lavoratori con bambini al di sotto dei 12 anni o anche affetti da disabilità di usufruire dello Smart working al fine di permettere loro di prendersene cura.