Lo smart working sta per cambiare in seguito alla pubblicazione del Decreto Milleproroghe in Gazzetta Ufficiale: ecco cosa c’è da sapere prima di giugno.
Quando si parla di smartworking si fa riferimento ad una forma di lavoro che non prevede l’obbligo, da parte del dipendente, di recarsi presso la sede aziendale o in qualsiasi altra sede per svolgere il proprio lavoro. In poche parole, coloro che beneficiano di questa modalità possono prestare la propria attività sostanzialmente ovunque.
Ciò detto, è molto importante essere a conoscenza di quelli che sono i cambiamenti che interesseranno questa forma di lavoro prima di giugno.
Smart working: le novità da sapere
Come accennato sopra, le regole che interessano lo smart working sono cambiate in seguito alla pubblicazione, in Gazzetta Ufficiale, del Decreto Milleproroghe. Si tratta di novità che entreranno in vigore a partire dalla fine di febbraio e che è molto importante conoscere.
Tanto per cominciare, è stato reintrodotto il diritto a presentare la richiesta di usufruire del lavoro agile per due categorie di soggetti:
- i genitori con figli under 14;
- i lavoratori cosiddetti “fragili”.
Nel primo caso, si tratta di una possibilità che era giunta a scadenza nel mese di dicembre del 2022 mentre nel secondo caso era stata fissata al 31 marzo. In seguito agli emendamenti approvati, in entrambi i casi, il diritto in questione è stato prorogato fino al 30 giugno. Le novità entreranno in vigore a fine febbraio con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Milleproroghe. Vediamo in cinque domande e risposte cosa cambia per i lavoratori e per le aziende.
Nello specifico, nel settore privato, le categorie in esame avranno la possibilità di lavorare in smart working fino al predetto termine. Questo, chiaramente, non significa che l’ottenimento del diritto comporti automaticamente la possibilità di lavorare da remoto al 100 per cento. La quantità di lavoro da remoto, infatti, dovrà essere stabilita attraverso la contrattazione. A tal proposito, la normativa prevede che laddove sia assente un accordo colletto, colui che offre il lavoro è tenuto al riconoscimento della modalità di lavoro in esame sia ai soggetti ritenuti fragili, sia ai genitori con figli under 14.
Per quanto concerne il settore pubblico, la proroga del lavoro non riguarda entrambe le categorie ma solamente quella dei fragili. Non sono mancate le polemiche da parte di coloro che ritengono che si tratti di una decisione che crea una disparità di trattamento tra chi lavora nel pubblico e chi nel privato. In ogni caso, per chi se lo stesse chiedendo, rientrano nella categoria di lavoratori fragili coloro che sono affetti da patologie tali da essere particolarmente gravi, tra cui le malattie oncologiche. Va detto peraltro che per essi è prevista anche la possibilità che spostati a diversa mansione senza per questo procedere con la decurtazione della retribuzione.